sabato 3 dicembre 2011

La pentola - Idrogeno

Arrivano momenti della vita in cui perdi le aspettative del giorno, del domani, e la memoria diventa un nastro che si ripete all'infinito, come un graffio sul vinile che non permette la testina di andare avanti. Come se non ci fosse nulla dopo.
Non hai voglia di socialità, di startene a bere un aperitivo con gli amici, perchè quello che berrai e dirai sarà lo stesso del giorno prima, della settimana scorsa...
Preferisci il tuo letto, la tua cucina, la compagnia dei fornelli e delle tue sigarette. Una portata da cucinare per te stesso che ti impegni per ore, come un brasato o un bollito, che con i loro vapori ti inebriano più di un whiskey.
Poi arriva tuo fratello e ti domanda come sta il cuore. Gli rispondi come il solito. Nulla di cambiato, nulla da desiderare. Lui ti mostra la foto dei suoi figli, tu per loro sei lo zio. Ma si accende una luce dentro che ti parla. Un barlume di desiderio e speranza che malinconicamente scaldano un po il tuo animo. Tu scappi e fuggi a casa e prendi le pentole, apri il frigo, accendi il fornello, una sigaretta, affetti le carote e il sedano, sali l'acqua e metti tutto dentro. E vorresti mettere anche quella voce.
Si perchè quella voce ha ragione, ti ricorda ciò che vagamente eri e quello che volevi.
Ora sei un fottuto cinico che tira a campare pieno di rabbia e ansia che si tuffa nel vivere, o nel sopravvivere, in una realtà lontana da quello che un tempo sognava.
E in tutto questo tempo hai perso la capacità di amare, di fare le cose con le persone care, di dire ma si facciamolo anche se non ne hai proprio tanta voglia.

Sei pieno solo di rancore.







Ora la pentola borbotta... e non so cosa metterci dentro.

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