mercoledì 16 novembre 2011

DellaMorte DellaVita - Ossigeno

Questa sera avevo deciso di andare a letto presto. Ho un po di sonno arretrato e qualche sera conviene rifugiarsi presto sotto le coperte. Ma alla fine capita che nel buio e nel silenzio la tua mente incomincia a mietere vittime tra i pensieri, quelli più assurdi, quelli improbabili, quelli che una persona non ha mai tempo di fare. Complici i brutti sogni e sonni delle ultime settimane, il freddo, le letture e gli avvenimenti privati e non dei giorni appena trascorsi, e perchè no anche della solitudine.
Nelle ultime due sere ho pensato alla mia morte. Ero nel letto e pensavo a quel giorno, che magari poteva essere prima dell'alba del giorno dopo. Un brivido mi ha assalito, ho sentito il cuore accelerare, ma non troppo. Mi son chiesto cosa avrei fatto se mi avessero dato pochi mesi di vita o per lo meno una scarsa prospettiva di vita. Mi son posto anche la domanda perchè penso a questo momento. Senza riuscire a darmi una risposta.
Se fosse stato un amico a dirmi queste cose un po mi sarei incazzato, non è un argomento che vale la pena discutere per via ipotetica, anche se in modo goliardico incuriositi su chi sarà presente al tuo funerale. Ma se fosse vero gli direi di lottare fino alla fine e caso mai fosse impossibile almeno di godersi gli ultimi istanti di vita.
Ma nell'intimità del letto, della solitudine delle lenzuola, questa sera mi son dato una risposta che alla fine ho voluto perfino scrivere. La morte in un periodo come questo è l'unica certezza che un uomo ha. Il mondo non vuole che tu abbia una vita realizzata ma sempre in competizione, avere dei sogni da realizzare e subito altri da progettare, come se fosse un gioco infinito che sembra non fermarsi mai. Eppure serve riflettere su quest'unica certezza reale. Che si sa che c'è ma non si sa ne come e ne quando avverrà.
Mi son domandato poi a cosa serve farlo. Come se si pensasse alla fine di uno spettacolo senza provare a goderselo. Mi son detto allora che è da idioti eppure se riconduco il tutto allo stato emotivo di questo periodo alzo le spalle e continuo a “non” pensare secondo logica.
Forse è meglio riflettere sulla morte che sui sogni irrealizzati, sulle strane voglie che uno sente quando ripensa al passato e ai frammenti di sogni frantumati. I sogni non sono certezze ma illusorie speranze di veder realizzato tutto questo. E qualche volta capita che tutto ciò si avveri, anche se magari non ha la forma o i “colori” che ammiravamo nel nostro immaginario. Ma quando ciò non avviene, specie per quei desideri importanti, la paura di farne altri che in cuor tuo non sono poi tanto supportati dalla speranza, prende il sopravvento in forme di apatia e attese che ti riempiono la giornata farcite con gli avvenimenti della vita lavorativa e sociale, che per fortuna esistono ma che di certo hanno solo gli affetti che sono importantissimi ma non eterni.
E allora ecco ritornare al tuo pensiero di queste sere. Un pensiero che solo sfiorarti un giorno ti procurava vergogna verso qualcuno che nemmeno vedevi ma di cui credevi la presenza.
Oggi non ti vergogni e di certo (ecco che riflettendo ho trovato la mia seconda certezza, alla fine serve parlare anche di questo) sei sicuro che la vita l'ami senza riserve, anche se apatico, anche se non credi poi più in molte cose. E di sicuro non sarò io che la farò terminare anzitempo, anche se fumando questa sigaretta un po ho contribuito. Ma ci penso alla mia morte anche se spero di essere l'ultimo ad andare via. Forse perchè mi reputo forte e spudorato e consapevole che la fine è più dolorosa per chi rimane. Ed è per questo che fa paura anche parlarne.
Ma se mai dovesse capitare che fossi il primo mi piacerebbe lasciare una lettera per dire quelle cose, che per imbarazzo, per poco tempo, perchè forse rimandi sempre come se di tempo ce ne fosse all'infinito, non hai mai detto. Una lettera che consolasse, pensieri che mettessero allegria e strappassero un sorriso anche se fossi l'unico sdraiato morto dal ridere in chiesa.
E ho pensato alle parole e perfino anche a chi farla leggere. Ma non riesco a scriverla. Un po perchè come dicevo prima c'è tempo, un po per scaramanzia, un po perchè penso che sarebbe meglio dirle a voce, guardandosi negl'occhi e non dirle virtualmente come certi amori che ho vissuto in vita mia.
Forse è colpa solo dell'apatia che ho dentro. Che non mi smuove nemmeno davanti alla certezza di chi inizia a morire semplicemente nascendo. Si perchè alla fine in questo meraviglioso spettacolo della vita, quasiasi sia la nostra condizione o ruolo in essa, la cosa che ci da anche un po di spinta è vedere come va a finire, cosa succederà nel suo svolgimento e se magari siamo fortunati da veder materializzati i propri sogni, se siamo capaci e in cosa siamo capaci per arrivare a quel giorno senza troppi rimpianti e rimorsi. E senza troppe pippe mentali sul dopo. Perchè se esiste qualcosa inizi un nuovo capitolo, piacevolmente o non, se non esiste nulla che cavoli ti preoccupi? (proprio da questa domanda che parte il rispetto per la vita in se)





Guardo l'ora e mi accorgo di scrivere da 80 minuti. Chissà se sono minuti spesi bene. La morte è più vicina di 80 minuti ma alla fine se non ne avessi parlato, visto l'andazzo delle ultime notti, l'avrei sognata sotto le coperte. Quindi non ho sprecato nulla anzi. Certo probabilmente in passato ho sprecato minuti e ore senza avere un ricordo utile ora, ma infondo anche questo ci sta. Mi son goduto il paesaggio. Quello che un po mi preoccupa, ma poi nemmeno tanto è scoprire tra qualche anno di aver fatto lo stesso errore. Ma oggi mi giustifico che andava bene cosi e che colpevolizzo non il pensiero della morte ma la scelta di rimanere fermo e di non credere più tanto nei sogni.




Mentre fumo l'ultima sigaretta penso se Michel e Bruno leggessero questa cosa che ho scritto. Un laconico “tu non sei normale e te l'ho detto di andare da uno bravo” di sicuro salta fuori. Il mio capo addirittura direbbe che ha ragione lui quando dice che la sera prima di andare a letto dovrei riprendere quell'attività della masturbazione che rasserena l'animo e il corpo nonché dona un risveglio più soddisfatto. Direbbe questo perchè anche lui ha capito che dell'amore non mi importa ormai più di tanto. E francamente penso che la masturbazione sia un orgasmo cosi effimero e superficiale se non hai un soggetto che ti emozioni mentre gli dedichi una fantasia erotica.





Beh … che dire... giunto al termine, concordi o disgustati che voi siate, vi auguro una buona notte senza questi miei “sogni”.

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